15 aprile 2006

Inceneritori


In riferimento al post sul sito di Beppe Grillo (http://www.beppegrillo.it/2006/04/il_tramonto_deg_1.html) circa gli inceneritori a Reggio Emilia, Gianni D'Argento dell'Italia dei Valori ci comunica che:

E' la stessa, identica storia che ho affrontato in prima persona (e con pochissime persone vicino) a Conversano 3 anni fa!!!!
Identiche le sequenze: proposta di mozione in consiglio comunale contro il termovalorizzatore trasformata poi in un banale ordine del giorno. Abbiamo fatto conferenze, incontri, dibattiti ma niente... Non è questione di destra o di sinistra: TUTTI I GRANDI PARTITI SONO SOSTENUTI DA QUESTE LOBBY. E, poichè è il "meccanismo" che genera i soldi dai rifiuti, che interesse ci sarà mai a ridurre la loro crescita inarrestabile in futuro? Altro che terrorismo: la vera piaga criminogena del futuro (insieme alla questione della scarsità di acqua potabile) sarà proprio l'incenerimento. Un inceneritore per bruciare 1 kg di rifiuto necessita di 2 kg di aria (7 kg per il tal quale) e di 5-7 kg di acqua dolce per spegnere le scorie e raffreddare gli impianti. Oltre a produrre 2 Kg di CO2 (alla faccia del trattato di kyoto). Inoltre produce pochissima energia ed ha un residuato di 300 grammi di scorie speciali. E stiamo parlando di combustione di rifiuti “TEORICAMENTE” selezionati!
Questo è davvero un settore strategico (tra un pò il petrolio finirà ma i rifiuti no), dove non c'è bisogno del privato per aumentare l'efficienza delle aziende operanti e che genera flussi di cassa costanti e notevoli: quindi (anche se sono comunista) la gestione dei rifiuti doveva restare pubblica!!!
Infine, un'ultima importante proposta: stabilire un principio di solidarietà secondo il quale trascorsi massimo 10 anni dall’insediamento di una discarica al servizio di più comuni, questa debba trovare allocazione in un altro paese del bacino. Un principio vincolante per ciascun bacino territoriale. E’ assolutamente ingiusto che la devastazione di una discarica sia perennemente incentrata sullo stesso territorio. Inoltre così facendo si favorisce la possibilità che tra gestione dei rifiuti e politica locale si instaurino circuiti viziosi. Circuiti viziosi che diventano vere e proprie resistenze al cambiamento nelle politiche di gestione dei rifiuti: unica soluzione è, mettiamocelo in testa, puntare all’eliminazione totale dei cassonetti (esperienza fattibilissima e attuata) come unico mezzo per far partire la raccolta differenziata. Come ha detto un ricercatore quando ha esposto la questione in un incontro: "se dovessimo rappresentare "il gettare il rifiuto indifferenziato in un cassonetto" come un delitto, il cassonetto rappresenta l'arma del delitto".

Per rompere il fortissimo circolo vizioso, l'unico modo è procedere dal basso, dai cittadini.

Riassumendo:
- rendere illeciti gli inceneritori,
- gestire in modo equo le discariche,
- rafforzare il ruolo pubblico, evitando che più volumi di rifiuti indiffenziati significhino più guadagno

Obiettivo finale: raccolta differenziata spinta .

Finora, negli ultimi anni, affrontando a livello locale questi temi, la senzazione che ho avuto è di solitudine... un tema che sembra non appartenere nè ai cittadini, nè ai politici: ancora una volta si afferma il potere televisivo che parla delle meraviglie della tecnologia dei termovalorizzatori. A questo si aggiunge la fondata paura di affrontare questi temi sul territorio. Ed inoltre ci si scontra contro il muro delle direttive impartite dai principali partiti politici.

Credo che la caratterizzazione ambientale, agricola, turistica e culturale italiana e pugliese impongano una strategia mirata, se vogliamo valorizzare il tesoro di cui disponiamo.

Gianni D’Argento

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